Qui di seguito alcuni passaggi del discorso di Luigi Ciotti (Libera) ripresi dal sito di gruppotv7.com "E' da 163 anni che parliamo di mafie. Non è possibile in un paese 
civile, così come non è possibile che l'80% dei familiari delle vittime 
innocenti della violenza mafiosa non conoscano la verità, o la conoscano
 solo in parte. Oggi il pensiero va ai ragazzi della scuola media di San
 Donato Milanese. Oggi il nostro pensiero va a Paolo dall'Oglio e a 
Silvia Romano, cooperatrice in Africa. Non dimentichiamo la nostra 
gente. Dobbiamo dare la verità perchè solo così
si costruisce la 
giustizia. Grazie al nostro meraviglioso Nord Est, di gente bella, 
lavoratrice e coraggiosa. Salutiamo Padova che oggi ci ha accolti".
Poi il messaggio ai giovani: "Non rassegnatevi, quando incontrate 
degli adulti che vi ascoltano la vostra risposta è forte. Una società 
che non si cura dei giovani, è una società che non si cura della propria
 storia e del proprio avvenire. Scuola e lavoro sono prioritarie in una 
società aperta al futuro. Senza lavoro una società muore. Non temete di 
essere fragili: fragile è la condizione umana, saperlo è ciò che ci 
rende forti".
Ancora, il pensiero sull'immigrazione: "Una società che si chiude 
allontana la fragilità degli altri per non riconoscere la propria. In un
 tempo di violenze, odi, razzismi, non basta accogliere. Bisogna 
riconoscere le persone. Occorre ritrovare ciò che ci accumuna, a 
prescindere dalle culture, dalle religioni e dalle idee. Le leggi devono
 tutelare i diritti, non il potere. Devono promuovere la giustizia 
sociale, non le discriminazioni. No alla gestione repressiva dei 
migranti. I nemici non sono i migranti: sono le mafie, l'usura".
E poi: "Le mafie hanno occupato i vuoti di democrazia, si sono 
installate in mezzo a noi, e questo anche perchè sono diventate simili a
 noi, hanno acquisito modi e sembianze più rassicuranti. Noi siamo 
diventati simili a loro. Non occorre essere complici attivi per essere 
alleati delle mafie, basta e avanza la mafiosità, quel distorto modo di 
vedere e di sentire che antepone l'interesse privato a tutto. Mafiosità 
significa anche mettere l'io davanti a tutto. Facciamo sentire la nostra
 voce. Grazie alla Magistratura e alle Forze di Polizia, ai tanti bravi 
amministratori che hanno scelto di impegnarsi, non sono scesi a 
compromessi, che prima di rendere conto al loro partito rendono conto 
alla loro coscienza. Occorre una rivoluzione politica e culturale, una 
trasformazione radicale della società. Il futuro ci chiede di andargli 
incontro, non di attenderlo arroccati nelle nostre ansie, paure, 
pregiudizi.
Sull'Europa: "Oggi deve vergognarsi quando i paesi fondatori giocano 
allo scaricabarile sulla pelle delle persone, e noi non possiamo e non 
dobbiamo tacere. Abbiamo bisogno di soldi per le politiche sociali, per 
la gente, non per la difesa, per i muri".
Sulle donne: "Oggi qui a Padova lo gridiamo con forza: la rivoluzione
 delle donne che stanno rompendo dall'interno le famiglie criminali 
mafiose. Chiedono una mano, non chiedono soldi, non cercano lavoro. 
Uomini, incoraggiatele. Anche per voi è il modo migliore per cambiare 
vita".
Il messaggio finale: "E' un cammino difficile, forse non ci sarà mai 
un fischio finale che chiude la partita, e bisognerà sempre giocare 
altri tempi supplementari. Noi ci siamo per ristabilire il valore della 
dignità umana e promuovere la più urgente delle riforme, che è quella 
delle coscienze".
 
 
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