[Dal sito dell' Huffington Post]: "Quadrifoglio" è l'inchiesta coordinata da Ilda
Boccassini che ha portato all'arresto di 13 persone, fra uomini di
'ndrangheta e imprenditori, nelle province di Milano, Como,
Monza-Brianza, Vibo Valentia e Reggio Calabria. In manette anche Luigi Addisi, ex assessore Pd di Rho (Milano), imparentato con un boss di
Limbadi (Vibo Valentia), Pantaleone Mancuso. Nell'indagine toccati i
cantieri dell'Expo. L'operazione, ordinata dalla Dia del capoluogo lombardo, ha voluto sgominare il clan dei Galati, espressione lombarda della cosca Mancuso. I Galati gestivano
due società operanti nel settore edile, titolari di alcuni
subappalti in alcuni cantieri della "Tangenziale Est Esterna di
Milano"
(Teem), opera che rientra tra le grandi opere connesse ad Expo 2015.
Paradossalmente, un'impresa di Giuseppe Galati ha ricevuto il
certificato antimafia per lavorare in due subappalti del valore di
450mila euro per la tangenziale esterna di Milano. Sono stati i giovani del centro sociale La Fornace,
durante un incontro intitolato 'Noir Expo: politica, crimine e appalti
all’ombra della città vetrina' a puntare il dito su Luigi Addisi, 55
anni, consigliere comunale del Pd a Rho dopo essere passato nella Casa
della libertà e nell’Udeur. Addisi è stato
arrestato nell'operazione che ha portato in carcere anche altre 12
persone, fra uomini di 'ndrangheta e imprenditori, nelle province di
Milano, Como, Monza-Brianza, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Commenta Ilda Bocassini: "L'operazione
conferma quanto ormai sancito dalla Cassazione con la sentenza
'Infinito' e cioè l'esistenza delle 'locali' in Lombardia che
hanno un capillare controllo del territorio. Dopo 'Infinito' nulla è
cambiato: questa è la riflessione che dobbiamo fare. Evidentemente, come
ha detto la Cassazione proprio in relazione al processo 'Infinito',
dalla 'ndrangheta si può uscire solo in due modi, o con la morte o
diventando collaboratori e dandosi allo Stato".La 'ndrangheta
costituisce l'associazione mafiosa che maggiormente impegna la Procura
milanese e riguarda il 74% dei processi per mafia istituiti nel
capoluogo lombardo.
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