Pubblichiamo l'incipit dell'articolo di Roberto Saviano (foto Wikipedia) comparso oggi (31 gennaio) su "La Repubblica" (per il testo completo clicca qui): "Dov’è oggi la mafia? Come facciamo a riconoscerla? Letizia Battaglia è
stata l’occhio che ha raccontato al mondo, forse più di chiunque altro,
rendendolo archetipo, il concetto complicatissimo di mafia. Attraverso
immagini: bambini che
giocano con armi, corpi dilaniati dalla lupara,
volti sfigurati dalle urla, silenziosi drappi neri. La sua arte,
mostrare senza fare scempio, descrivere senza creare distanza. Erano gli
anni '80 e la mafia non esisteva, anzi, per esprimere meglio il
concetto: non doveva esistere. Oggi chiudiamo un cerchio durato quasi
quarant’anni e costato la vita a centinaia di persone. Oggi, come agli
albori della lotta alla mafia, la mafia è tornata a non esistere.Chi ne parla è visionario, la vede ovunque, si arricchisce parlandone, scrivendone, raccontandola. Chi ne parla diffama, rovina nel mondo l’immagine dell’Italia. Della mafia non bisogna parlare e non solo per volontà della mafia, ma per preservare carriere politiche. Quando sentiamo dire che chi parla di mafie diffama, in realtà il sottotesto è: chi parla di mafie mette in pericolo la credibilità politica di chi amministra territori a rischio; chi parla di mafie, ed è ascoltato oltre i confini dell’Italia, mina la credibilità di governi deboli, che non considerano la lotta alle mafie una priorità".
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