Qui di seguito l'articolo che "La Stampa" ha dedicato alla vicenda di Romentino dal quale si evince chiaramente che 6 imputati per i quali è scattata la prescrizione hanno conferito terre di scavo contaminate, fanghi di cartiera e fresato d'asfalto. Quindi, la titolatura de "La Stampa" (almeno quella interna all'articolo) è un po'
fuorviante perché reati sono stati commessi. Per quanto riguarda l'esclusione di LTM e di tutte le altre parti civili dai risarcimenti ci dispiace non per noi ma per il Comune di Romentino che avrebbe ricevuto gli eventuali risarcimenti dell'Associazione (come dichiarato da LTM nella richiesta di costituzione di parte civile). Ecco l'articolo: "Nessun traffico illecito di rifiuti. Alla cava della Romentino Inerti
c’era semmai una discarica abusiva per la quale alcuni imprenditori non
hanno alcun tipo di responsabilità. Si è concluso
con sei assoluzioni e sei «non doversi procedere» per prescrizione il
processo per i rifiuti nato dall’omicidio dell’imprenditore Ettore
Marcoli, titolare della cava, avvenuto il 20 gennaio 2010. Ci sono
voluti sette anni. Centinaia di pagine d’indagine, relazioni,
accertamenti, perizie. E poi decine di udienze. Ieri mattina il giudice
Fabrizia Pironti ha messo la parola fine.
«Nessun reato»
Sono stati assolti «per non aver commesso il fatto» Mauro Spinelli,
Idalgo Bettero, Alan Gusmeroli e Vladimiro Porta e «perché il fatto non
costituisce reato» i dipendenti della famiglia Marcoli, ovvero Mauro
Ruaro, una sorta di factotum per il quale lo stesso pm Nicola Serianni
aveva escluso la colpevolezza, e Gian Mario Mondini, capo cava nei cui
confronti erano stati chiesti invece 2 anni e mezzo. Riqualificato
il traffico di rifiuti nel reato meno grave di realizzazione di
discarica non autorizzata, sono stati prosciolti per prescrizione
Massimo Fantini, Ivano Cesco, Domenico, Bruno e Demetrio Morello, e
Francesco Cassavia. L’accusa aveva chiesto per tutti la condanna.
Si tratta di imprenditori e autotrasportatori che avevano conferito in
località Torre Mandelli terre di scavo, anche contaminate (dette in
gergo «caffè»), fanghi di cartiera, fresato d’asfalto.
Le accuse
Respinte le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili,
Comune di Romentino, Provincia di Novara, Ministero dell’Ambiente, e
associazione La Torre Mattarella. Alla cava Marcoli erano stati eseguiti
42 scavi e prelevati 16 campioni di terreno su un’area di 150 mila
metri quadrati, arrivando fino a 4 metri di profondità. Molti componenti
presentavano superamenti dei limiti di legge: gli idrocarburi pesanti,
il piombo, il zinco, il rame, i solventi. Per l’accusa, tra il 2009 e il
2010, gli imputati avevano smaltito circa 90 mila metri cubi di
materiale, per un peso totale di 100 mila tonnellate, senza
autorizzazione o in misura superiore rispetto a quanto dichiarato nei
documenti, falsificati. Che non trovassero applicazione le norme sul
traffico illecito era stato evidenziato da gran parte dei difensori. Nel
collegio dei legali, tra gli altri, gli avvocati novaresi Bossi,
Monteverde, Paffoni, Russo e Zucco.
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