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giovedì 2 novembre 2017

Romentino: 6 assoluzioni e 6 prescrizioni

Qui di seguito l'articolo che "La Stampa" ha dedicato alla vicenda di Romentino dal quale si evince chiaramente che 6 imputati per i quali è scattata la prescrizione hanno conferito terre di scavo contaminate, fanghi di cartiera e fresato d'asfalto. Quindi, la titolatura de "La Stampa" (almeno quella interna all'articolo) è un po'
fuorviante perché reati sono stati commessi. Per quanto riguarda l'esclusione di LTM e di tutte le altre parti civili dai risarcimenti ci dispiace non per noi ma per il Comune di Romentino che avrebbe ricevuto gli eventuali risarcimenti dell'Associazione (come dichiarato da LTM nella richiesta di costituzione di parte civile). Ecco l'articolo: "Nessun traffico illecito di rifiuti. Alla cava della Romentino Inerti c’era semmai una discarica abusiva per la quale alcuni imprenditori non hanno alcun tipo di responsabilità. Si è concluso con sei assoluzioni e sei «non doversi procedere» per prescrizione il processo per i rifiuti nato dall’omicidio dell’imprenditore Ettore Marcoli, titolare della cava, avvenuto il 20 gennaio 2010. Ci sono voluti sette anni. Centinaia di pagine d’indagine, relazioni, accertamenti, perizie. E poi decine di udienze. Ieri mattina il giudice Fabrizia Pironti ha messo la parola fine.

«Nessun reato»  
Sono stati assolti «per non aver commesso il fatto» Mauro Spinelli, Idalgo Bettero, Alan Gusmeroli e Vladimiro Porta e «perché il fatto non costituisce reato» i dipendenti della famiglia Marcoli, ovvero Mauro Ruaro, una sorta di factotum per il quale lo stesso pm Nicola Serianni aveva escluso la colpevolezza, e Gian Mario Mondini, capo cava nei cui confronti erano stati chiesti invece 2 anni e mezzo. Riqualificato il traffico di rifiuti nel reato meno grave di realizzazione di discarica non autorizzata, sono stati prosciolti per prescrizione Massimo Fantini, Ivano Cesco, Domenico, Bruno e Demetrio Morello, e Francesco Cassavia. L’accusa aveva chiesto per tutti la condanna. Si tratta di imprenditori e autotrasportatori che avevano conferito in località Torre Mandelli terre di scavo, anche contaminate (dette in gergo «caffè»), fanghi di cartiera, fresato d’asfalto.  

Le accuse  
Respinte le richieste di risarcimento avanzate dalle parti civili, Comune di Romentino, Provincia di Novara, Ministero dell’Ambiente, e associazione La Torre Mattarella. Alla cava Marcoli erano stati eseguiti 42 scavi e prelevati 16 campioni di terreno su un’area di 150 mila metri quadrati, arrivando fino a 4 metri di profondità. Molti componenti presentavano superamenti dei limiti di legge: gli idrocarburi pesanti, il piombo, il zinco, il rame, i solventi. Per l’accusa, tra il 2009 e il 2010, gli imputati avevano smaltito circa 90 mila metri cubi di materiale, per un peso totale di 100 mila tonnellate, senza autorizzazione o in misura superiore rispetto a quanto dichiarato nei documenti, falsificati. Che non trovassero applicazione le norme sul traffico illecito era stato evidenziato da gran parte dei difensori. Nel collegio dei legali, tra gli altri, gli avvocati novaresi Bossi, Monteverde, Paffoni, Russo e Zucco. 

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