sottotitolo

Impegno sociale per il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie

martedì 22 maggio 2018

Presentato all'Università di Milano "La verità sul processo Andreotti"

Mercoledì 16 maggio si è svolta a Milano, presso l'Università degli Studi, la presentazione del volume di Gian Carlo Caselli e Guido Lo Forte La verità sul processo Andreotti. L'incontro, organizzato da Paolo Intoccia (Premio LTM 2017), si è svolto sotto la direzione del prof. Fabio Basile e del prof. Paolo Provenzano (Corso "Strategie di  contrasto alla criminalità organizzata e percorsi di
legalità"). Erano presenti gli autori e il Prof. Dalla Chiesa. Numerosissimi gli studenti presenti che hanno stipato la grande aula del Dipartimento di Giurisprudenza. Caselli e Lo Forte hanno ripercorso brevemente la storia del processo ma, soprattutto, la storia delle false notizie intorno al suo esito, ricordando il ruolo di certa stampa nel presentare come assodato un esito - l'assoluzione di Giulio Andreotti - assolutamente inventato. Giulio Andreotti è stato invece condannato per i suoi rapporti provati e incontestabili con i vertici di Cosa Nostra e per gli incontri avuti con essi. Con amara ironia, poi, i due ex-magistrati hanno ricordato gli sforzi punitivi nei loro confronti di quello che Lo Forte ha chiamato "il polipartito della mafia", portatore di un astio trasversale nel mondo della politica nei confronti della magistratura che inquisiva anche i politici. 
Parole chiare su questo sono venute anhe da Nando Dalla Chiesa che ha sostenuto che il processo Androetti non è stato un processo politico ma la politica ha pensato di doverlo gestire politicamente per difendersi dall'azione di magistrati. Infatti, fintantoché la magistratura e le forze di polizia si muovevano contro l'ala militare di Cosa nostra non si poneva alcun problema. I problemi però sorgevano uando ad essere inquisita era la politica. "Quando in Commissione al Senato - ha proseguito Dalla Chiesa - ho sentito membri di quella commissione dire che Caselli doveva pagare per il processo Andreotti e che quindi bisognava fare una legge per non farlo diventare procuratore nazionale, ho capito che c'era una opposizione diffusa nei confronti della magistratura".
Numerose le domade degli studenti. Assente la stampa.

Nessun commento:

Posta un commento