"Domani ricorre il venticinquesimo anniversario dell'attentato,
perpetrato dalla mafia a Capaci, in cui sono stati uccisi i magistrati
Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della Polizia di
Stato Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Ricordarli
in quest'aula, in cui si svolge l'attività di governo autonomo della
Magistratura, vuol
dire ribadire la fondamentale importanza dell'azione
di contrasto alla mafia, svolta dall'Autorità Giudiziaria e dalle Forze
dell'ordine.
La rievocazione della figura di Giovanni Falcone e,
con lui, di Francesca Morvillo e degli agenti di polizia uccisi con
loro, non deve trasformarsi in una celebrazione rituale. Per evitare che
divenga soltanto formale occorre riprendere e far proprio lo spirito e i
criteri del suo impegno.
Diceva che "la mafia non è affatto
invincibile e che occorre, piuttosto, rendersi conto che si tratta di un
fenomeno terribilmente serio e molto grave". Aggiungeva che "si può
vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini ma impegnando
tutte le forze migliori della società".
Come interprete, e
capofila, di queste energie migliori, ha svolto, con coraggio e
determinazione, la sua opera. Era, infatti, convinto - come ebbe a
scrivere- che "perché una società vada bene ... basta che ognuno faccia
il suo dovere".
Per questo motivo ha affrontato pericoli di cui conosceva la gravità: per affermare la dignità del suo ruolo di magistrato.
Il
suo metodo di lavoro, moderno e dinamico, la convinzione - condivisa
con altri colleghi, tra cui Paolo Borsellino - di quanto fosse
importante il lavoro in pool, la scelta del maxi processo per condurre
in giudizio, condannare e sanzionare globalmente il mondo della mafia,
muovevano da questo proposito.
Inizialmente non compresi da taluno, i suoi criteri rispondevano pienamente al carattere della funzione del magistrato.
Aveva
ben presente, e a cuore, il valore dell'autonomia e dell'indipendenza
della Magistratura. Anche per questo - come scriveva - era attentissimo,
per la credibilità dello Stato e della Magistratura, alla consistenza
degli elementi di prova raccolti. Non a caso, diceva che occorre
distinguere un'ipotesi di lavoro da elementi che sorreggano l'esercizio
dell'azione penale. Questo scrupolo conferiva alle sue inchieste grande
solidità nella verifica dibattimentale.
Questa seduta
straordinaria del Consiglio Superiore, decisa e avvertita con grande
convinzione, si inserisce in una serie di numerose iniziative di ricordo
che si svolgono in questi giorni, non soltanto in Italia.
E' di
grande significato che l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 19
giugno prossimo, renderà omaggio alla figura di Giovanni Falcone,
ricordando questo anniversario con un'apposita riunione, dedicata a una
discussione di alto livello sull'implementazione della Convenzione
contro la criminalità organizzata transnazionale, sottoscritta durante
la Conferenza di Palermo del 2000.
Sarebbe sufficiente questo solo
riconoscimento internazionale - il più alto -per sottolineare, ancora
una volta, come la figura di Giovanni Falcone costituisca un punto di
riferimento, in Italia e all'estero, per chiunque coltivi il valore
della legalità e quello della civiltà della convivenza.
Il CSM si
inserisce, doverosamente, in questo ciclo di rievocazioni, con una
iniziativa, propria e specifica, di cui, adesso, avvierà l'illustrazione
il Vice Presidente, Legnini, cui do la parola".
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