Un incontro importante quello con Marco Bertelli, attivista e cofondatore del Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. L'argomento era l'omicidio del procuratore capo della Repubblica di Torino, Bruno Caccia, avvenuto il 26 giugno 1983. A tanti anni di distanza, infatti, un secondo responsabile dell'omicidio, dopo Domenico Belfiore, è stato individuato e
processato: Rocco Schirripa. Si deve all'impegno della famiglia questa seconda cattura che, tuttavia, non chiarisce del tutto - come ha spiegato con dovizia di particolari Marco Bertelli - i contorni del delitto. E' anomalo, infatti, che si sia catturato il mandante ma non i killer (il ruolo di Schirripa, infatti, è quello del finacheggiatore), i quali, in genere sono gli elementi "deboli" e sacrificabili di tali imprese. E' anche strano che solo la lettera aperta della famiglia Caccia alla Città di Torino abbia spinto a una ripresa delle indagini e alla rapida individuazione dello Schirripa. Come in molti altri casi di delitti eccellenti in Italia - quello di Caccia è stato il primo attentato a un Procuratore capo - non disponiamo ancora di un quadro completo. Marco Bertelli è stato efficacissimo nello spiegare gli elementi più discutibili e discussi della vicenda e a porre una serie di domande che, per il momento, risultano inevase. Purtroppo Paola Caccia, figlia del Procuratore, è rimasta bloccata a Torino a causa del nubifragio che si è abbattuto sulla città e che ha causato l'allagamento di una stazioine della metropolitana. Un collegamento telefonico ha consentito di portare il suo saluto ai presenti. Tra il pubblico spiccavano il Questore, l'Assessore Paganini in rappresentanza del Comune (che ha concesso il patrocinio e la sala), il Presidente della Fondazione Banco Popolare di Novara, Dott. Zanetta, oltre a ufficiali e sottufficiali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
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