Qui il testo della lettera di LTM pubblicata sul "Corriere di Novara" del 9 settembre 2021: "In queste settimane la politica sta discutendo di reddito di cittadinanza. Alcuni vorrebbero abolirlo, altri migliorarlo. Un contributo alla riflessione può venire da una diversa prospettiva. Spesso, anche durante la pandemia, si sentivano voci giustamente preoccupate levarsi a denunciare "il welfare delle mafie", cioè le dazioni di denaro e beni di consumo, soprattutto alimentari, distribuiti dai mafiosi a famiglie in difficoltà. Naturalmente, come tutto quello che le mafie danno, anche queste umilianti elemosine vengono poi pagate a carissimo prezzo. Tuttavia, in alcune classi sociali, la benevolenza del capomafia è indispensabile per tirare avanti. I diritti passano da lì, declassati a favori, e i cittadini diventano servi. Il reddito di cittadinanza è la prima vera risposta dello Stato a questo problema. Certo, la soluzione definitiva sarebbe restaurare scuola, lavoro e diritti nei territori dove questi presidi di legalità scricchiolano ma, tra gli strumenti utili, anzi utilissimi a combattere le mafie c'è anche il reddito di cittadinanza. Che poi, chi ne usufruisca senza requisiti vada punito è ovvio. Ma non aboliamo una misura che, più di tanti proclami antimafia a favore di telecamera, aiuta davvero i nostri concittadini più in difficoltà e fornisce all'antimafia sociale uno strumento in più per combattere la piaga del crimine organizzato che assedia tutto il paese.
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Impegno sociale per il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie
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sabato 4 settembre 2021
Sul reddito di cittadinanza e le mafie
Qui il testo della lettera di LTM pubblicata sul "Corriere di Novara" del 9 settembre 2021: "In queste settimane la politica sta discutendo di reddito di cittadinanza. Alcuni vorrebbero abolirlo, altri migliorarlo. Un contributo alla riflessione può venire da una diversa prospettiva. Spesso, anche durante la pandemia, si sentivano voci giustamente preoccupate levarsi a denunciare "il welfare delle mafie", cioè le dazioni di denaro e beni di consumo, soprattutto alimentari, distribuiti dai mafiosi a famiglie in difficoltà. Naturalmente, come tutto quello che le mafie danno, anche queste umilianti elemosine vengono poi pagate a carissimo prezzo. Tuttavia, in alcune classi sociali, la benevolenza del capomafia è indispensabile per tirare avanti. I diritti passano da lì, declassati a favori, e i cittadini diventano servi. Il reddito di cittadinanza è la prima vera risposta dello Stato a questo problema. Certo, la soluzione definitiva sarebbe restaurare scuola, lavoro e diritti nei territori dove questi presidi di legalità scricchiolano ma, tra gli strumenti utili, anzi utilissimi a combattere le mafie c'è anche il reddito di cittadinanza. Che poi, chi ne usufruisca senza requisiti vada punito è ovvio. Ma non aboliamo una misura che, più di tanti proclami antimafia a favore di telecamera, aiuta davvero i nostri concittadini più in difficoltà e fornisce all'antimafia sociale uno strumento in più per combattere la piaga del crimine organizzato che assedia tutto il paese.
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