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Impegno sociale per il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie

domenica 10 aprile 2022

La lettera di LTM sulla superstrada Novara Vercelli

Alcuni siti locali hanno ripreso una lettera di LTM che chiedeva conto delle ragioni della prevista realizzazione della superstrada Novara-Vercelli. Qui di seguito la lettera, seguita dalla replica del Direttore del sito TGVercelli: "Gentile Direttore, ho letto in questi giorni che anche una forza politica novarese di opposizione ha dato il suo benestare alla superstrada Novara-Vercelli, definendola un’opera “strategica”. Ora, il dizionario spiega che “strategico”, in senso figurato, è “ciò che serve a raggiungere un determinato scopo”. Ma qual è lo scopo in questo caso? Non è la liberazione dei paesi tra le due città dal traffico pesante. Per fare ciò, basterebbe
un’ordinanza che vieti il transito dei Tir sulla strada provinciale. E l’obiettivo perseguito sarebbe ottenuto subito e non, se va bene, alla fine degli anni Venti, visto che l’inizio dei lavori dovrebbe essere il 2024. Quindi, qual è lo scopo della strada? Si vuole consentire ai pendolari di muoversi più facilmente? Ma perché non usare una frazione della cifra prevista per pagare il 50% dell’abbonamento annuale ai pendolari, studenti o lavoratori, che ne facciano richiesta? Un’altra idea esposta da un’autorevole personalità politica è che, senza la strada, l’ospedale di Novara resterebbe una “cattedrale nel deserto”. Mi sembra una motivazione talmente risibile che preferisco non commentarla. Allora cosa? Per realizzare una strada che “guardi all’ambiente e agli interscambi modali non solo per i trasporti della logistica ma anche per il turismo e la scoperta del paesaggio”? Ma non sembra anche a chi formula queste proposte che “logistica” e “turismo” siano termini in contraddizione tra loro? E che il paesaggio, se lo usiamo per costruire una strada di 30 metri di larghezza per circa 25 chilometri di lunghezza, sarà un ricordo? Evidentemente l’unica motivazione logica per costruire la strada Novara-Vercelli è quella di fornire uno strumento alla logistica. Ora, chi progetta l’espansione della logistica e pone il territorio e la viabilità al suo servizio? Non certo la politica. Al massimo, la politica afferma che saprà controllare che tutto venga fatto a norma di legge. Come se fosse un risultato e non il minimo che ci si possa aspettare. I 50 milioni spesi per la strada non potranno essere impiegati in modo produttivo, non saranno sufficienti per completare l’opera, ma saranno la ragione per chiederne altri visto che la nuova strada ne costerà il doppio se non il triplo. Possibile che nessuno, a parte qualche cittadino che protesta, abbia capito nulla della espressione “transizione ecologica”? Possibile che non si sia compreso, in tempi di guerra, che il suolo agricolo ha una funzione, questa sì, strategica in senso militare, perché consente di produrre le risorse alimentari? Possibile che la politica non abbia saputo che è stato inserito in Costituzione il vincolo di tutela degli ambienti naturali? Possibile che non siano state lette le linee guida del PNRR che parlano di mobilità sostenibile e ad essa vincolano i finanziamenti?

Riformulo la mia domanda: chi progetta l’espansione della logistica sul territorio, con quali criteri, con quali obiettivi e perché la politica non riprende il suo ruolo di guida, di controllore, di moderatore degli interessi privatistici? Dopo aver letto questa lettera qualcuno dirà che si tratta di un attacco alla politica. No, si tratta di una richiesta. Vorrei più politica, non meno. Ma una politica non distratta da obiettivi personalistici ed elettoralistici, non permeata di conformismo, di passività, di rassegnazione e di spinte ultraliberiste. Alla politica novarese vorrei proporre, piuttosto, di riflettere sulle ragioni per le quali alcune società che operano nella realizzazione di infrastrutture ritengano opportuno togliere ogni sera dai cantieri i loro escavatori e riportarli il giorno dopo. Vorrei proporre di lavorare per capire i percorsi dei rifiuti e delle ditte che li trasportano, magari attraverso la auspicata ma finora non realizzata “Commissione antimafia del comune di Novara”. Vorrei dire ai politici e, in particolare, al Presidente del Consiglio regionale Cirio: “Avete 50 milioni? Usateli per la salute del territorio, per il benessere dell’ambiente, per piantare delle foreste, per creare sistemi di raccolta e depurazione dell’acqua, per fare investimenti produttivi, per dare una sanità pubblica e universale ai cittadini, per quello che volete voi, ma non sprecateli”.

Roberto Leggero

Presidente Associazione La Torre-Mattarella

Replica del Direttore di TGVercelli

DIVERGENZE – Sì alla superstrada Vercelli-Novara, che ci piacerebbe tutta verde

La lettera del presidente dell’Associazione La Torre-Mattarella, Roberto Leggero, sulla superstrada Vercelli-Novara, che abbiamo pubblicato l’altro ieri (leggi qui) ha aperto un dibattito sulla nostra pagina Facebook di assoluto rilievo, con quasi 48 mila visualizzazioni e ben 110 commenti. In gran parte, le posizioni di Leggero, il quale ritiene che si tratti un’opera impattante e utile solo alla logistica, sono state duramente contestate soprattutto da chi, percorrendo l’attuale strada tutti i giorni, bene conosce problemi, i rischi, i trabocchetti (ad esempio gli autovelox) che l’attuale Vercelli-Novara propone costantemente agli automobilisti.

Appurato che, comunque, quella lettera, molto educata e civile, doveva assolutamente essere pubblicata (anche se qualche bello spirito, in piena ottica putiniana, ci ha aspramente criticati per averlo fatto) ci sembra giusto che il nostro giornale esprima la sua posizione sull’argomento.

Lo facciamo volentieri, premettendo che siano assolutamente d’accordo sulla realizzazione della superstrada, trovando del tutto assurde argomentazioni contrarie (che Leggero non aveva comunque sollevato, ma che fanno puntualmente capolino tra gli oppositori al progetto), secondo cui sarebbero sufficienti un paio di circonvallazioni sui paesi attualmente attraversati dalla ex statale per risolvere il problema. Riteniamo questa ipotesi tanto anacronistica quanto inverosimile, sia perché sarebbe uno vero spreco di terreno, sia perché non preserverebbe affatto Orfengo e Cameriano dall’attraversamento delle auto (vedi ciò che quotidianamente accade ad Arborio, sulla Vercelli-Valsesia), anche se i camion potrebbero essere costretti a deviare, sia perché non risolverebbe affatto il problema di una strada vecchia, stretta e pericolosa.

La superstrada appare a tutti coloro che quotidianamente devono fare la spola tra i due capoluoghi di provincia come un’opera assolutamente irrinunciabile. Noi la pensiamo in questo modo e la sogneremmo così, come la prospetta da sempre, ad esempio, l’ex presidente della Provincia Carlo Riva Vercellotti: un corridoio “verde” tra gli alberi che corra lungo la ferrovia, una “green road” o “smart road”, fate voi, ad impatto ambientale ridottissimo, che scorra tra centinaia di alberi in grado di abbattere l’inquinamento prodotto dai gas di scarico e in grado di mutare radicalmente volto al paesaggio antropizzato che scorre quotidianamente sotto gli occhi dei viaggiatori.

Tra l’altro, pare che le Ferrovie, in prospettiva di questa superstrada “tecnologica ed ecologica”, abbiano chiesto un’area franca di trenta metri tra la linea ferroviaria e le corsie della superstrada, area franca di protezione, in caso di incidenti, che, trattando adeguatamente in vista dell’accordo, potrebbe essere concessa in parte al mondo agricolo, ma anche diventare quella maxi pista ciclabile tra le due città di cui si parla pure da tempo.

E qui bisogna ragionare su alcuni fatti acquisiti. Primo. Per ora sul fronte di questa superstrada c’è solo, di ufficiale, l’annuncio che il Cipe, tramite il Fondo coesione e sviluppo, metterà a disposizione della Regione 50 milioni di euro. Con questa cifra è impensabile che si arrivi all’agognato progetto “green” perché, secondo i calcoli fatti a suo tempo dalla Provincia di Vercelli  – incaricata ufficialmente di elaborare il progetto – una superstrada del genere costerebbe almeno il doppio. La speranza è che, oltre agli indicati 50 milioni ne possano arrivare altrettanti. Nel frattempo, la Provincia sta terminando quello che adesso si chiama “progetto di analisi economica” (una volta era “di fattibilità”) e sarà importante esaminarlo alla luce di ciò che abbiamo sin qui detto.

In ogni caso, il progetto dovrà assolutamente essere discusso anche con il mondo agricolo e con gli ambientalisti: ed è chiaro che, se prevedesse il tracciato parallelo alla ferrovia, per giunta con  corridoio verde, potrebbe anche non incontrare opposizioni ferme e intransigenti,  eccezion fatta per le preconcette.

EDM


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