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Impegno sociale per il contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie

martedì 25 novembre 2014

L'Articolo de "La Stampa" dedicato all'incontro di Ameno sulle Mafie al Nord

“Una scuola nel castello di Miasino confiscato al boss”. L’idea lanciata nel convegno organizzato dal Pd sulla presenza delle mafie al Nord. "Il castello di Miasino, confiscato in via definitiva alla famiglia Galasso, ma ancora gestito dai parenti come location per matrimoni e banchetti, potrebbe essere utilizzato dagli istituti alberghieri di Novara e del Vco. La proposta è stata lanciata sabato pomeriggio dal consigliere
regionale del Pd, Domenico Rossi, a Novara un punto di riferimento storico anche dell’associazione «Libera». Rossi: «Ho visitato in Puglia, ad Altamura, una masseria che viene chiamata la “Dimora del barone”. Una location prestigiosa per pranzi, cerimonie, convention e matrimoni. Un incantevole hotel con dodici camere, ristorante che propone il meglio dell’enogastronomia pugliese, Lobby Bar, area Wellness e SPA, sale riunioni in grado di accogliere fino a 250 posti. Tutto questo in un bene sequestrato nel 2011 al boss Saverio Sorangelo, cassiere del clan “Mangione-Gigante-Matera” attivo a Gravina di Puglia. Una struttura analoga per funzioni e vocazione al castello di Miasino, per cui si potrebbe realizzare sul lago d’Orta un intervento analogo».  

In Puglia c’è voluta la determinazione e il coraggio di un magistrato e di una dirigente scolastica. «Dopo due anni di chiusura, la disdetta delle prenotazioni e la messa a rischio dei posti di lavoro, Francesca La Malfa, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ha disposto l’affido in gestione dell’albergo alla cooperativa Majorana composta da neodiplomati e studenti dell’istituto alberghiero Majorana di Bari: per Miasino si può pensare ad un intervento di questo tipo, coinvolgendo gli istituti alberghieri del territorio». 

Al convegno sulle mafie al Nord ha partecipato anche Roberto Leggero, presidente provinciale dell’associazione La Torre-Mattarella, che ha approfondito: «Credo che il castello di Miasino potrebbe essere valorizzato anche ospitando studi a livello universitario, uniti alla gestione alberghiera, in modo da creare un progetto economicamente sostenibile». 

L’iniziativa era organizzata dalla sezione cusiana del Pd. Ha partecipato anche il senatore Stefano Esposito, della commissione nazionale antimafia. «Quello di Miasino è un caso incredibile, di un bene già confiscato ma su cui lo Stato non riesce a mettere le mani. Questo dipende dalle carenze legislative, e nel giro di qualche mese dovrebbe venire finalmente discusso il nuovo codice riguardanti i reati mafiosi e della criminalità organizzata, così, di fronte a beni che devono tornare in mano pubblica, non si dovranno attendere anni». 
24/11/2014


Marcello Giordani

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