Si apprende che il Presidente del Consiglio intende inasprire
le pene per chi si macchia del reato di corruzione, rendere più
efficaci le misure di sequestro dei beni dei condannati e allungare i tempi per la
prescrizione del reato. Vedremo poi nello specifico quali e di che tipo saranno le
norme ma, in termini generali, tutto ciò è utile e positivo. Ma come non
vedere la contraddizione - e lo scandalo - di un Presidente del
Consiglio che ha come
suo interlocutore principale Silvio Berlusconi? Come non ricordare che i collaboratori più stretti dell'ex Presidente del Consiglio sono stati incarcerati per mafia (Dell'Utri), che egli stesso ha
violato le norme fiscali corrompendo giudici e avvocati, che è ancora sotto
inchiesta per aver corrotto un senatore (De Gregorio) con l'obiettivo
far cadere il governo Prodi? Perché, se è lecito considerare un uomo simile come legittimo interlocutore politico in virtù dei voti presi alle elezioni, allora non ci si deve stupire delle trattative romane con i rappresentanti del "Mondo di mezzo" (R. Leggero).
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