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domenica 22 febbraio 2015

LTM a "La Stampa": la fine del dominio dei Galasso sul castello di Miasino è un bene per la collettività


Qui sotto il testo della lettera inviata a "La Stampa" dopo l'articolo dal titolo "Dopo il sequestro del castello 'Adesso dove ci sposiamo?' pubblicato il 21 febbraio dal quotidiano torinese nelle pagine dedicate alla provincia di Novara. Il testo dell'articolo lo trovate nell'immagine qui a fianco. "La Stampa" di oggi,
(22 febbraio) ha pubblicato la lettera. Ecco il testo della lettera inviata a "La Stampa":

"Gentile Direttore, leggendo il titolo dell'articolo su 'La Stampa' di oggi (21 febbraio) Dopo il sequestro del castello "Adesso dove ci sposiamo?" sono trasalito. Sperando che si trattasse di una sintesi affrettata ho letto e riletto l'articolo in questione e ancora non riesco a credere che "La Stampa" abbia voluto trattare la vicenda della liberazione del bene confiscato rappresentato dal castello di Miasino, in un modo che rischia di ingenerare confusione nei suoi lettori. 

Mi dispiace, ma il problema non è dove si sposeranno le coppie che hanno prenotato lì il loro matrimonio e neppure quello rappresentato da coloro che lavoravano nella struttura.

Il problema non è la fine del dominio dei Galasso su un bene che non apparteneva loro. Il problema è che per anni quella struttura abbia potuto operare.

Venerdì 27 febbraio l'Associazione La Torre-Mattarella ospiterà alla Barriera Albertina il sindaco di Trezzano sul Naviglio, minacciato dall' 'ndrangheta perché ha chiuso delle case da gioco abusive. Vogliamo dire che il problema di Trezzano è il sindaco perché le case da gioco davano lavoro e "facevano girare" l'economia? O vogliamo sostenere chi si batte per la giustizia e i diritti dei cittadini e dei lavoratori?

Naturalmente io spero, essendo stato un lavoratore precario per 17 anni ed essendo un iscritto al sindacato, che chi ha perso il lavoro venga aiutato a trovarne un altro. Mi pongo però anche un'altra domanda: queste persone avevano capito bene dove esercitavano la loro attività?

Infine spero che le coppie che si dovevano sposare lì - al contrario di quanto affermato nell'articolo - tirino un sospiro di sollievo perché il loro matrimonio non si svolgerà in un luogo simbolo fino a pochi giorni fa di disonore e di vergogna per la Provincia di Novara, ora giustamente riconsegnato - grazie alle istituzioni e alle forze dell'ordine - ai suoi veri proprietari: tutti noi.
Cordialmente
R. Leggero, Presidente Ass. La Torre-Mattarella"


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