Qui sotto il testo della lettera inviata a "La Stampa" dopo l'articolo dal titolo "Dopo il sequestro del castello 'Adesso dove ci sposiamo?' pubblicato il 21 febbraio dal quotidiano torinese nelle pagine dedicate alla provincia di Novara. Il testo dell'articolo lo trovate nell'immagine qui a fianco. "La Stampa" di oggi,
(22 febbraio) ha pubblicato la lettera. Ecco il testo della lettera inviata a "La Stampa":
"Gentile Direttore, leggendo il titolo dell'articolo su 'La Stampa' di oggi (21 febbraio) Dopo il sequestro del castello "Adesso dove ci sposiamo?" sono
trasalito. Sperando che si trattasse di una sintesi affrettata ho letto
e riletto l'articolo in questione e ancora non riesco a credere che "La
Stampa" abbia voluto trattare la vicenda della liberazione del bene
confiscato rappresentato dal castello di Miasino, in un modo che rischia
di ingenerare confusione nei suoi lettori.
Mi
dispiace, ma il problema non è dove si sposeranno le coppie che hanno
prenotato lì il loro matrimonio e neppure quello rappresentato da coloro
che lavoravano nella struttura.
Il problema non è la fine del dominio dei Galasso su un bene che non apparteneva loro. Il problema è che per anni quella struttura abbia potuto operare.
Il problema non è la fine del dominio dei Galasso su un bene che non apparteneva loro. Il problema è che per anni quella struttura abbia potuto operare.
Venerdì
27 febbraio l'Associazione La Torre-Mattarella ospiterà alla Barriera
Albertina il sindaco di Trezzano sul Naviglio, minacciato dall'
'ndrangheta perché ha chiuso delle case da gioco abusive. Vogliamo dire
che il problema di Trezzano è il sindaco perché le case da gioco davano
lavoro e "facevano girare" l'economia? O vogliamo sostenere chi si batte
per la giustizia e i diritti dei cittadini e dei lavoratori?
Naturalmente
io spero, essendo stato un lavoratore precario per 17 anni ed essendo
un iscritto al sindacato, che chi ha perso il lavoro venga aiutato a
trovarne un altro. Mi pongo però anche un'altra domanda: queste persone
avevano capito bene dove esercitavano la loro attività?
Infine
spero che le coppie che si dovevano sposare lì - al contrario di quanto
affermato nell'articolo - tirino un sospiro di sollievo perché il loro
matrimonio non si svolgerà in un luogo simbolo fino a pochi giorni fa
di disonore e di vergogna per la Provincia di Novara, ora
giustamente riconsegnato - grazie alle istituzioni e alle forze
dell'ordine - ai suoi veri proprietari: tutti noi.
Cordialmente
R. Leggero, Presidente Ass. La Torre-Mattarella"
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